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Pietro Grossi

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Formatosi come violoncellista e compositore, Pietro Grossi iniziò una straordinaria carriera solistica per poi diventare, ancora giovanissimo, primo violoncello della Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Furono per lui anni di trasformazione, dall’uso di strumenti tradizionali all’elettronica, fino poi ai sistemi di sintesi digitale dei decenni successivi, ma l’occasione di ascoltare le sue opere strumentali porta subito alla considerazione che il suo percorso musicale è stato di esemplare coerenza per tutto il suo svolgersi negli anni. Il suo interesse era per la vibrazione sonora nel tempo, un’idea orizzontale dell’uso della materia sonora che si concentrava in un ascolto, a volte di semplici risonanze, a volte di forme d’onda, alla ricerca di istogrammi sonori che provenivano probabilmente dalla sua esperienza di violoncellista. Aveva una costante tensione all’intonazione perfetta anche nell’uso dei microintervalli e un vibrato pieno nella cavata del suono. Il suo rapporto con il violoncello tese così ad una nuova oggettività che faceva pensare ad Alfredo Casella, non certo alla lunga stagione romantica nella quale lo strumento veniva paragonato ad una vox umana.

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