Jonathan Faralli
Daniele Lombardi: works for percussion
Ci sono eventi che è insufficiente definire misteriosi negli incontri personali, e quello con Daniele Lombardi è per me uno di questi. Ho conosciuto bene l’artista (di sicuro molto meno l’uomo), assistendo a varie sue esibizioni musicali in qualità di compositore e di interprete, esecuzioni che potevano occupare spazi enormi, soprattutto quando c’erano di mezzo i famosi 21 pianoforti; ho apprezzato il suo duplice talento grafico e musicale, una sorta di poetica bifronte, come vedremo; ho ammirato la sua incessante attività di divulgatore del repertorio musicale del secondo Novecento, soprattutto italiano. Mai avrei immaginato di occuparmi della sua eredità artistica, dopo l’improvvisa scomparsa nel 2018, nella mia doppia veste di direttore del Conservatorio Mascagni di Livorno, dove è confluita parte della sua biblioteca musicale, e di responsabile scientifico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dove arriveranno i suoi materiali autografi più preziosi.
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