Manuel Zurria
Hotel Boltanski
In questo disco, come peraltro ho già fatto in passato, mi sono appropriato di musiche che appartengono ad altri strumenti per curarne versioni apocrife (talvolta con licenze) e consegnarle poi al definitivo e risolutorio giudizio dell’autore. Hotel Boltanski è un luogo dell’anima, un piccolo museo delle meraviglie, la mia Wunderkammer. Qui convivono sperimentazione e pop, libertà e rigore, ordine e disordine, memoria e futuro, numeri e nuvole. Nelle sue stanze abitano compositori amici, personaggi mai incontrati, compagni di strada, numi tutelari. È un tributo sincero e appassionato a un grande artista che ha accompagnato il mio lavoro per anni con libri, cartoline, cataloghi, fotografie, mostre, discussioni: Christian Boltanski. Ne approfitto per costruire una lista, una di quelle che forse sarebbe piaciuta al mio amato Georges Perec, dove sono allineati come soldatini tutti gli esperimenti che, senza una forma apparente, si sono avvicendati negli anni secondo un ordine libero e non prestabilito. Ora, invece, questo elenco li mette in relazione gli uni con gli altri e la cosa assume significati diversi e misteriosi.
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